giovedì 14 aprile 2016

Ordinaria resistenza

Erano passati sette anni dall'inizio della crisi economica che aveva devastato l'Europa dal 2007. Eravamo indebitati fino a sopra la testa e avevamo tagliato le spese cominciando da quelle che ritenevamo superflue o su cui si poteva trovare un'alternativa. La spesa per gli alimenti, i cosmetici e i detersivi, li compravamo, lesinando sulla qualità, nei discount facendo rifornimento per circa metà mese; le uscite di famiglia ridotte a zero; le vacanze? Da tempo le avevamo messe da parte. Riuscire a risparmiare non bastava perché c'erano poi le bollette da pagare; le tasse scolastiche e i libri; il mutuo della casa e la tassa sui rifiuti che continuava a cambiare nome e noi non sapevamo più che cazzo stavamo pagando. Tutte cose che continuavano ad aumentare inesorabilmente. Vista poi la carenza di mezzi pubblici in certe aree del Paese, molti di noi erano costretti a utilizzare le proprie vecchie e usurate automobili, e quindi un ulteriore impegno finanziario gravava sulla tenuta dei focolai domestici. Tutti aspettavamo il cambiamento, la grande svolta, il miracolo forse. Eravamo in guerra, una guerra senz'armi contro un nemico invisibile fatto di egoistici interessi in mano a  pochi burattinai. La nuova resistenza, si avvertiva,  avanzava in ogni parte d'Europa. Una resistenza culturale, fatta con i nuovi straordinari e rivoluzionari mezzi di comunicazione che i centri di potere non riuscivano a controllare. Non riuscivano a fermare l'ondata di indignazione che rimbalzava da un social network all'altro. L'informazione circolava come mai nella storia dell'umanità. La trasparenza delle istituzioni, di dirigenti e amministratori cominciava. Si affermava con prepotenza in barba agli ideali falliti del passato che ne avevano fatta la loro bandiera. Noi resistevamo, nonostante tutto, nonostante  i pessimi esempi etici che avevano fatto dell'onestà l'emblema degli sciocchi. Non si vive di solo pane si diceva, anche se il rischio che venisse a mancare anche quello ci atterriva. Ma noi resistevamo. E alimentavamo la nostra mente con la cultura dell'Open surce e tutto quello che ci aiutava a non morire di inedia con le poche risorse che ci erano rimaste. Nonostante tutto volevamo rimanere onesti; volevamo rimanere umani.

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